Sebbene non esista nessun rapporto causa-effetto tra cambiamenti climatici e coronavirus, questi due fenomeni hanno una dinamica molto simile tanto è vero che i rischi su di noi possono essere descritti dalla stessa equazione, l’equazione del rischio, ovvero R=PxVxE. R è uguale alla pericolosità (P) x la vulnerabilità (V) x l’esposizione (E). Ma che significato hanno questi termini? Nel caso del coronavirus (P) è la pericolosità intrinseca del virus, la sua virulenza, che sappiamo essere molto più alta di un semplice virus influenzale, e la vulnerabilità (V) di ognuno di noi, per esempio una persona anziana e malata, ovviamente, è più vulnerabile di un giovane e sano; l’esposizione (E), invece, misura il nostro contatto con eventuali portatori di virus, e quindi su questo possiamo agire, possiamo confinarci e non vedere altre persone come stiamo facendo in questo momento.
E’ chiaro che le due dinamiche sono simili e, addirittura, sono simili le inerzie dei due sistemi, cioè noi dobbiamo agire subito per fermare i due fenomeni: per il coronavirus dobbiamo agire adesso per vedere i risultati fra qualche tempo, al termine dell’incubazione; per quanto riguarda i cambiamenti climatici, dobbiamo diminuire le nostre emissioni adesso per vedere i risultati fra 10, 20 anni perché l’anidride carbonica ha un grande tempo di permanenza in atmosfera.