In occasione del Premio Internazionale “Antonio Feltrinelli” 2018 per le Arti plastiche, conferitogli dall’Accademia dei Lincei, il celebre artista sudafricano, noto per i suoi disegni, incisioni e film di animazione creati a partire da disegni eseguiti a carboncino, espone il suo metodo di lavoro e di studio. Con efficacia illustrativa si definisce la poetica dell’artista, la sua capacità di piegare letteralmente immagini tradizionali dell’arte e di riassociarle in un nuovo palinsesto visivo, di grande impatto evocativo. Il lavoro di Kentridge è infatti un’opera in costante divenire, un flusso di progressiva alterazione, anche nel significato, del segno, in un continuo cancellare e ridisegnare per approdare a diversi e imprevisti territori semantici.
Artista versatile, autore anche di stampe, libri, collage e sculture, le sue opere trattano argomenti di forte attualità sociale come l’apartheid, il colonialismo e il totalitarismo, con riferimento spesso alla situazione sudafricana. Celebre, a Roma, Triumphs and Laments, opera effimera realizzata da Kentridge sulle pareti dei muraglioni del Tevere con la tecnica dello stencil: un grande fregio di 500 metri che, come spiega l’artista nella conferenza, si dipana attraverso miti e avvenimenti della storia di Roma, dalla Lupa capitolina fino alla morte di Moro e Pasolini.